DOMANDE FREQUENTI

Benvenuto nella sezione dedicata alle domande frequenti, dove troverai risposte chiare e dettagliate sui principali servizi di supporto per l’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità.
Qui puoi trovare informazioni su integrazione rette, convenzioni RSA, invalidità civile, bonus sociale Regione Piemonte e Legge 104, con indicazioni su requisiti, modalità di richiesta e documenti necessari.
Se non trovi la risposta che cerchi, ti consigliamo di contattare direttamente i Servizi Sociali del tuo Comune o l’ente di riferimento per ulteriori chiarimenti.
Bonus sociale Regione Piemonte
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Bonus sociale Regione Piemonte
Cos’è il Bonus Sociale Regione Piemonte?
È un voucher della Regione Piemonte per supportare la domiciliarità o la residenzialità di anziani disabili e non autosufficienti.
A quanto ammonta il contributo?
Il Buono Residenzialità è un contributo mensile di 600€ per un massimo di 24 mesi.
Quali sono i requisiti per accedere al bonus?
Per poter beneficiare del Bonus Sociale Regione Piemonte, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- ISEE socio-sanitario inferiore a 50.000€ (la Regione acquisirà automaticamente l’attestazione ISEE in corso di validità dalla banca dati INPS).
- Assegnazione del bonus in base alla priorità del punteggio sociale ottenuto nella valutazione.
- Non percepire già altri contributi pubblici per la retta RSA, come convenzioni, integrazioni comunali o contributi INPS.
Come si presenta la domanda?
La richiesta deve essere inoltrata tramite il portale Piemonte Tu, accedendo con una delle seguenti modalità di autenticazione digitale:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
- CIE (Carta d’Identità Elettronica)
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
Quali documenti sono richiesti?
Per presentare la domanda è necessario allegare la seguente documentazione:
- Copia del contratto di inserimento nella struttura residenziale.
- Verbale di valutazione UVG (o lettera di comunicazione del punteggio sociale assegnato).
- Eventuale decreto di nomina per tutori, amministratori di sostegno o altre deleghe, accompagnato da un documento di riconoscimento del delegante.
Invalidità civile
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Invalidità civile
Qual è la normativa di riferimento per l’invalidità civile?
La normativa di riferimento per il riconoscimento dell’invalidità civile in Italia è la Legge 118/1971, che disciplina l’accesso alle tutele, agevolazioni e provvidenze economiche destinate alle persone con disabilità. Questa legge stabilisce i criteri per la valutazione dell’invalidità e i benefici a cui si ha diritto in base alla gravità della condizione.
Come si presenta la domanda per il riconoscimento dell’invalidità?
La richiesta di riconoscimento dell’invalidità civile avviene in due fasi:
-
Certificazione medica: il medico curante (o un medico di patronato) compila e invia telematicamente all’INPS un certificato medico introduttivo, attestante la patologia del richiedente e le sue condizioni di salute. Il medico rilascia al paziente un codice identificativo per completare la procedura.
-
Presentazione della domanda: l’interessato deve compilare e trasmettere la domanda di invalidità civile entro 90 giorni dall’invio del certificato medico. La domanda può essere inoltrata:
- Autonomamente, tramite il sito dell’INPS, utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS.
- Tramite un patronato, che fornisce assistenza gratuita nella compilazione e nell’invio della domanda.
Come si svolge la visita per il riconoscimento dell’invalidità?
Dopo l’invio della domanda, il richiedente viene convocato per una visita medica presso la commissione sanitaria della ASL di residenza. Durante la visita:
- La commissione valuta i sintomi del richiedente in base ai parametri stabiliti dal Decreto Ministeriale del 5 febbraio 1992.
- Viene assegnato un punteggio di invalidità secondo le tabelle ministeriali, che determinano la percentuale di riduzione della capacità lavorativa o di autonomia.
- Il verbale di valutazione viene poi trasmesso all’INPS, che provvede a inviare all’interessato il giudizio definitivo.
Cosa fare se il verbale dell’INPS non è soddisfacente?
Se il richiedente ritiene che la valutazione effettuata dalla commissione medica non sia adeguata, ha diritto a presentare ricorso.
- Il ricorso deve essere avviato entro sei mesi dal ricevimento del verbale.
- La contestazione va depositata in tribunale contro l’INPS con il supporto di un avvocato o di un patronato.
- Il giudice può richiedere una nuova perizia medico-legale per riesaminare il caso e verificare l’effettiva condizione del richiedente.
Quali esenzioni e agevolazioni sono previste per le persone invalide?
A seconda della percentuale di invalidità riconosciuta, la persona può beneficiare di diverse agevolazioni:
- Esenzione dal pagamento di alcune prestazioni sanitarie, incluse visite specialistiche ed esami diagnostici.
- Provvidenze economiche mensili, come l’assegno di invalidità civile, riservato a chi ha un’invalidità pari o superiore al 74% e rientra nei limiti di reddito stabiliti dalla legge.
- Indennità di accompagnamento, concessa ai soggetti con invalidità totale (100%) che presentano una permanente inabilità lavorativa e necessitano di assistenza continua per svolgere le attività quotidiane.
Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o assistenza nella presentazione della domanda, puoi rivolgerti a un patronato o agli uffici competenti della ASL e dell’INPS.
Integrazione della retta
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Integrazione della retta
Che cos'è l'integrazione retta?
L’integrazione retta è un supporto economico destinato agli anziani che necessitano di assistenza residenziale in Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). Questa misura consente di ridurre il costo a carico delle famiglie, garantendo un’accoglienza adeguata a chi si trova in condizioni di fragilità economica e sociale.
L’integrazione retta è un contributo economico erogato dal Comune per coprire parzialmente i costi della retta di accoglienza in una RSA. Questo sostegno è valido sia per soggiorni permanenti che per periodi di degenza temporanei.
Chi stabilisce l’importo del contributo?
L’importo del contributo viene determinato dal Servizio Sociale del Comune di residenza, che valuta la situazione economica e sociale dell’anziano. Il calcolo avviene tenendo conto di:
- ISEE socio-sanitario residenziale, che misura la condizione economica del richiedente.
- Composizione del nucleo familiare e parentale, considerando la presenza di figli o altri parenti che potrebbero fornire supporto economico.
- Reti amicali e assistenziali, per capire se l’anziano dispone di aiuti alternativi alla residenzialità.
Chi riceve il contributo?
L’integrazione retta non viene versata direttamente alla famiglia o all’anziano, ma è erogata dal Comune e trasferita direttamente alla struttura ospitante. In questo modo, si garantisce che l’importo sia utilizzato esclusivamente per la copertura delle spese di accoglienza.
Come si presenta la domanda?
È necessario contattare i Servizi Sociali del Comune di residenza dell’anziano e prendere un appuntamento con l’ufficio Integrazione Rette.
Quali sono i requisiti per ottenere il contributo?
Per poter accedere all’integrazione retta, è indispensabile soddisfare i seguenti requisiti:
- Residenza anagrafica nel Comune in cui si presenta la richiesta, prima dell’ingresso in RSA.
- Autorizzazione all’accesso alla struttura rilasciata dall’Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) o da un altro servizio socio-sanitario competente.
- Certificazione ISEE socio-sanitario residenziale in corso di validità, che attesti la necessità di un supporto economico.
Convenzione Rsa
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Convenzione Rsa
Cos’è la convenzione RSA?
La convenzione RSA è un’importante agevolazione economica che consente agli anziani non autosufficienti di accedere a cure residenziali con il supporto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Grazie a questa misura, il costo della retta viene parzialmente coperto dallo Stato, alleviando il peso economico sulle famiglie e garantendo un’assistenza adeguata a chi ne ha bisogno.
La convenzione RSA è un contributo economico erogato dal Servizio Sanitario Nazionale, destinato agli anziani non autosufficienti che necessitano di assistenza residenziale. Attraverso questa misura, una parte della retta mensile della Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) viene coperta dal sistema sanitario, riducendo i costi a carico dell’anziano e della sua famiglia.
L’importo coperto varia in base alle condizioni sanitarie del richiedente e al livello di assistenza riconosciuto dall’ASL di competenza.
Come si avvia la richiesta di convenzione?
L’importo del contributo viene determinato dal Servizio Sociale del Comune di residenza, che valuta la situazione economica e sociale dell’anziano. Il calcolo avviene tenendo conto di:
- ISEE socio-sanitario residenziale, che misura la condizione economica del richiedente.
- Composizione del nucleo familiare e parentale, considerando la presenza di figli o altri parenti che potrebbero fornire supporto economico.
- Reti amicali e assistenziali, per capire se l’anziano dispone di aiuti alternativi alla residenzialità.
Quali documenti servono per la domanda?
Per presentare la richiesta di convenzione RSA, è necessario allegare la seguente documentazione:
- Impegnativa del medico di base, con la dicitura specifica “Consulenza UVG” per l’attivazione della valutazione geriatrica.
- Certificazione ISEE socio-sanitario e Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), necessarie per valutare la situazione economica del richiedente e stabilire l’eventuale contributo a suo carico.
- Importo della pensione mensile, utile per il calcolo delle risorse disponibili.
- Copia del documento di identità dell’anziano richiedente, in corso di validità.
Tutta la documentazione deve essere completa e aggiornata per evitare ritardi nell’istruttoria della pratica.
Come avviene la valutazione dell’anziano?
Dopo la presentazione della domanda, la Unità di Valutazione Geriatrica (UVG) della ASL di riferimento procede con un accertamento medico e sociale per determinare il grado di necessità dell’anziano.
La valutazione può avvenire:
- A domicilio, se l’anziano si trova ancora nella propria abitazione.
- Presso la RSA, se l’anziano è già inserito in una struttura e necessita di un contributo per la retta.
Durante la visita, i professionisti dell’UVG analizzano le condizioni fisiche e cognitive dell’anziano e stabiliscono il livello di assistenza necessario. La valutazione viene poi trasmessa ai Servizi Sociali, che comunicano l’esito al richiedente.
Quali sono i punteggi della valutazione UVG?
L’UVG assegna un punteggio alla condizione dell’anziano, che determina la priorità e i tempi di assegnazione della quota sanitaria da parte dell’ASL:
- 19-21 punti → Differibile
- La richiesta è accolta, ma l’ASL non stabilisce un tempo preciso per l’assegnazione della quota sanitaria.
- 22-23 punti → Non urgente
- L’anziano ha diritto alla convenzione, ma la quota sanitaria potrà essere assegnata entro un anno dalla valutazione.
- 24+ punti → Urgente
- L’anziano ha priorità elevata e la quota sanitaria deve essere assegnata entro tre mesi.
Dopo la valutazione, l’ASL invia il verbale conclusivo all’interessato e alla struttura RSA, se l’anziano è già ospite.
Legge 104/92
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Legge 104/92
Che cos’è la Legge 104/92?
La Legge 104/1992 è la normativa di riferimento per la tutela, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità e dei loro familiari. Questa legge prevede agevolazioni, permessi lavorativi e misure di supporto per migliorare la qualità della vita delle persone con handicap e facilitare l’assistenza da parte dei caregiver.
La Legge 104/92, conosciuta anche come “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili”, ha l’obiettivo di tutelare i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, garantendo:
- Accesso a servizi di assistenza e supporto
- Agevolazioni fiscali e lavorative per il disabile e per i familiari che lo assistono
- Permessi retribuiti e congedi lavorativi per i caregiver
- Misure per l’inclusione scolastica e lavorativa
Questa normativa si applica a persone con handicap grave, ovvero a chi ha una disabilità fisica, psichica o sensoriale stabilmente invalidante che compromette l’autonomia personale e la capacità di svolgere attività quotidiane.
Come si presenta la domanda per il riconoscimento della Legge 104?
La richiesta per ottenere i benefici della Legge 104 si articola in due fasi principali:
1° Fase: Certificazione Medica
- Il medico curante compila il certificato medico introduttivo (SS3), attestando la patologia e la condizione di handicap.
- Il certificato viene inviato telematicamente all’INPS dal medico stesso, che rilascia al paziente un protocollo identificativo.
2° Fase: Presentazione della domanda
- L’interessato deve inoltrare la domanda tramite il sito dell’INPS, utilizzando lo SPID, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
- La richiesta deve essere presentata entro 30 giorni dall’invio del certificato medico.
- È possibile farsi assistere da un patronato o da un centro di assistenza fiscale (CAF) per la compilazione e l’inoltro della domanda.
Dopo l’invio, l’INPS fornisce una data per la visita medica di accertamento.
Cosa fare se il verbale dell’INPS non è soddisfacente?
Se il richiedente non è d’accordo con la valutazione della commissione, può presentare ricorso per ottenere una revisione del verbale.
- Il ricorso deve essere presentato entro sei mesi dal ricevimento del verbale.
- La contestazione va depositata in tribunale, contro l’INPS, con l’assistenza di un avvocato o di un patronato.
- In alcuni casi, il tribunale può disporre un accertamento tecnico preventivo (ATP) per verificare nuovamente la condizione di disabilità.
Quali sono i requisiti per ottenere i permessi lavorativi della Legge 104?
I permessi lavorativi retribuiti sono una delle principali agevolazioni previste dalla Legge 104 e spettano sia alle persone con disabilità che ai familiari che li assistono.
Per accedere ai permessi, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- Essere lavoratori dipendenti (sono esclusi lavoratori autonomi e parasubordinati).
- Il disabile non deve essere ricoverato a tempo pieno in una struttura sanitaria, salvo alcune eccezioni:
- Se necessita di terapie o visite mediche fuori dalla struttura.
- Se si trova in stato vegetativo o in fase terminale.
- Se il ricovero non assicura un’assistenza continuativa adeguata.
Permessi previsti dalla Legge 104:
- Per la persona disabile lavoratrice → 3 giorni di permesso mensile o 2 ore di permesso giornaliero.
- Per i familiari che assistono un parente disabile grave → 3 giorni di permesso retribuito al mese.
- Congedo straordinario fino a 2 anni, per chi assiste un familiare con handicap grave (art. 3 comma 3).
Dove è possibile ottenere informazioni e assistenza per presentare la domanda relativa alla Legge 104/92?
La Legge 104/92 è un importante strumento di tutela per le persone con disabilità e per i loro caregiver, garantendo diritti, agevolazioni e supporto economico.
Per ulteriori informazioni e per presentare la domanda, è possibile:
- Rivolgersi a un patronato o a un CAF.
- Consultare il sito ufficiale dell’INPS.
- Contattare la ASL di competenza per le visite di accertamento.
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